Uomo
politico e militare romano. Figlio di Publio Cornelio
(V. SCIPIONE, PUBLIO CORNELIO) console nel 218 a.C. e fratello dell'Africano
(V. SCIPIONE AFRICANO, PUBLIO CORNELIO), combatté con quest'ultimo in
numerose campagne. Fu suo legato in Spagna, dove conquistò Oringis (208
a.C.), e poi in Sicilia e Africa (205 a.C.) contro i Cartaginesi. Fu questore
nel 196 a.C., edile nel 195 a.C., pretore in Sicilia nel 193 a.C. e nel 191 a.C.
fu legato in Asia per il console Glabrione, durante la prima campagna della
guerra contro Antioco III di Siria. Nel 190 a.C. fu eletto console per
concludere tale guerra, accompagnato dal fratello come legato, cui
verosimilmente si attribuisce il merito della sua conduzione. Riportò su
Antioco III la celebre vittoria di Magnesia al Sipilo, per la quale
celebrò a Roma il trionfo e assunse il titolo di
Asiatico. Con
l'Africano fu anche accusato di peculato, dall'aristocrazia senatoria ostile
agli Scipioni, e venne condannato a un'ammenda di 4 milioni di sesterzi. Grazie
al veto del tribuno Sempronio Gracco evitò la prigione, ma i suoi beni
furono venduti all'incanto e gli fu interdetto anche il diritto di servire nelle
centurie equestri (m. dopo il 184 a.C.).